L’attività dell’interprete nasce dalla necessità dell’uomo di comunicare con i propri simili è perciò un mestiere molto antico che permetteva alle tribù nomadi di capirsi quando si incontravano nei loro viaggi.
La prima documentazione storica che attesta la presenza di queste importanti figure è il ritrovamento di bassorilievi in una tomba di principe dell’Antico Egitto, risalente al terzo millennio a.C., che attestavano la presenza di queste figure che servivano a far comunicare popoli vicini e consentivano gli scambi commerciali.
Nell’antica Roma gli interpreti erano necessari per la presenza di numerosi dialetti diversi dal latino e per le diverse lingue parlate nelle colonie dell’impero. Se ne trova memoria nelle lettere di Cicerone e nei racconti di Giulio Cesare relativi alla conquista della Gallia.
Durante il Medioevo gli interpreti venivano ingaggiati soprattutto in ambito commerciale e militare. Ricoprivano un ruolo da mediatori, traducendo secondo la modalità sequenziale oppure sussurrando all’orecchio dell’ascoltatore, con un metodo chiamato chuchotage.
A seguito dei grandi viaggi di esplorazione prima dell’Africa e poi dell’America il ruolo dell’interprete divenne fondamentale per consentire le negoziazioni e l’uso nei nuovi paesi esplorati della lingua spagnola e portoghese.
Negli anni successivi la mediazione degli interpreti si diffuse nell’impero Ottomano con i dragomanni che contribuirono alla conoscenza del turco, arabo, greco e persiano. Grazie alle missioni gesuite in Asia si diffusero il giapponese e le lingue indiane. La lingua inglese si propagò invece a seguito del colonialismo iniziato nel 1584 dalla Regina Elisabetta che poi si espanse in tutto il mondo.
Durante l’ottocento la figura dell’interprete professionista non esisteva ancora, ma a seguito dei primi congressi e conferenze, la necessità di questa figura diventava sempre più incombente soprattutto nel mondo diplomatico.
Nel secolo ventesimo la figura dell’interprete vede il suo esordio ufficiale il 18 gennaio 1919 quando fu convocata la Conferenza di Pace di Parigi (Versailles) con l’interpretazione consecutiva o sussurrata, fino ad arrivare al Processo di Norimberga del 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando si fece la prima traduzione simultanea.
La prima interpretazione telefonica avvenne invece nel 1973 in Australia quando il Dipartimento per l’Immigrazione istituì il Servizio di interpretariato h24, disponibile in otto lingue.
Il settore dell’interpretariato ai nostri giorni è in continua evoluzione grazie ai rapidi progressi della tecnologia.
L’attività di interpretariato si può definire come la “trasposizione orale da una lingua di partenza verso una o più lingue di arrivo” tenendo in considerazione l’intonazione con la quale le frasi vengono pronunciate, l’intenzione che l’oratore vuole produrre e il contesto nel quale il messaggio viene espresso. Il centro del processo comunicativo è dunque il messaggio che l’oratore vuole trasmettere.
Studio Elle lavora nell’interpretariato dal 1981 tramite la collaborazione di interpreti madrelingua, chiamaci per qualsiasi informazione!